Emilia-Romagna, cosa significano i dazi Usa per l’export? De Pascale: “Colpo da 10 miliardi”

Bologna, 12 luglio 2025 – Arrivano i dazi di Donald Trump dagli Stati Uniti dal primo agosto e l’Italia drizza le antenne, a partire dall’Emilia-Romagna e dal cuore della food valley, della motor valley e dell’industria del packaging. L’allarme arriva dalle principali associazioni di categoria delle filiere italiane nella giornata dell’annuncio di imposte per i prodotti europei al 30%. A rischio in Emilia-Romagna ci sarebbero 1.636 milioni derivanti dall’export, a partire da alimentare (52,9%) e moda (21,5%). Coldiretti, Confartigianato e Confcommercio esprimono grande preoccupazione, ma anche Confindustria Emilia aveva già lanciato l’allarme.
Dazi, ecco quanto potrebbe perdere l’agroalimentare italianoPer Coldiretti “i dazi annunciati da Trump sui prodotti europei potrebbero costare alle famiglie statunitensi e all'agroalimentare italiano oltre 2,3 miliardi di euro”. È quanto emerge da una stima effettuata sulla base dell'impatto per le filiere nazionali già sperimentato in occasione delle tariffe aggiuntive imposte dal tycoon nel suo primo mandato, che aveva portato a un calo delle vendite a doppia cifra per i prodotti colpiti. L'impatto in termini di prezzi maggiorati per i consumatori americani si tradurrebbe inevitabilmente in ricadute anche sulle aziende italiane, vista la richiesta di "sconti" da parte degli importatori riscontrata nelle scorse settimane.
L'eventuale scomparsa di molti prodotti italiani dagli scaffali rappresenterebbe un assist per la già fiorente industria dell’italian sounding (cioè quei prodotti contraffatti che richiamano l’identità italiana, come il ‘Parmesan’ ad esempio), stimata in un valore di 40 miliardi. Con dazi al 30%, le tariffe aggiuntive per alcuni prodotti simbolo del Made in Italy arriverebbero al 45% per i formaggi, al 35% per i vini, al 42% per il pomodoro trasformato, al 36% per la pasta farcita e al 42% per marmellate e confetture omogeneizzate, secondo una proiezione Coldiretti.
Il Consorzio di tutela del Grana Padano sui daziDuro e chiaro il commento di Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Tutela Grana Padano sul tema dazi americani: “È necessario ricordare a tutti che Grana Padano da tanti anni sta scontando un dazio storico che era del 15% nelle esportazioni verso gli Stati Uniti – sottolinea Berni –. Una gabella che dopo i primi mesi di presidenza Trump, è salita al 25% che quindi oggi incide per quasi 6 dollari al chilo”.
“Il dazio ora salirebbe a circa 10 dollari al chilogrammo di Grana Padano – prosegue Berni –. Ma gli importatori e i distributori americani mettono in vendita al consumatore il Grana Padano moltiplicando per due il prezzo di partenza e tutti i costi logistici che hanno negli Usa. Ciò vuol dire che oggi lo pongono in vendita poco sotto i 40 euro al kg, ma con un ulteriore dazio aggiuntivo del 30% che quindi porterà quello totale al 45%, il prezzo al consumo supererà ampiamente i 50 dollari al chilo. Con un tale dazio saranno ovviamente ridotti i nostri consumi negli Stati Uniti e questo drammatico errore sarà anche un danno per il consumatore americano”.
Dazi, l’export è a rischio: l’allarme di ConfartigianatoNon solo agroalimentare però, perché per Confartigianato la mossa di Trump "rischia di assestare un duro colpo all'export italiano negli Usa, in particolare alle micro e piccole imprese". L’associazione mette in evidenza "il valore delle nostre vendite negli Usa: nei dodici mesi a fine aprile 2025 ammonta a 66,6 miliardi di euro. Di questi, ben 17,87 miliardi di euro provengono dalle piccole imprese". E avverte: "L'annuncio dei nuovi dazi arriva in un contesto già fragile: nel primo quadrimestre 2025, a fronte di una crescita complessiva dell'export verso gli Usa dell'8,2%, il comparto manifatturiero (escluso il farmaceutico) registra una contrazione del 2,6%".
Le piccole imprese hanno retto grazie al buon andamento dell'alimentare (+9,3%) e della moda (+3,6%), ma risultano in flessione le esportazioni di occhialeria e gioielleria (-9,7%), prodotti in metallo (-6,8%) e mobili (-2%)". Per l’Emilia-Romagna si calcola un export a rischio per “1.636 milioni, dominati da alimentare (52,9%) e moda (21,5%)".
Tra le regioni italiane "più esposte all'effetto dazi per la forte quota di export delle piccole imprese verso gli Stati Uniti", calcola Confartigianato, ecco "Lombardia per 4.419 milioni, con la moda al 45,5%, il Veneto con 3.094 milioni di euro, con gioielleria e occhialeria al 56% e la Toscana con 2.943 milioni tra moda (51,6%) e alimentare (21,8%)”, oltre come detto all’Emilia-Romagna.
Dazi, le richieste di Confcommercio"Il primo commento alla notizia di dazi statunitensi del 30 per cento sulle importazioni provenienti dai paesi membri dell'Unione europea non può che essere l'appello alla Commissione e al nostro Governo ad esplorare strenuamente ogni ulteriore possibilità di negoziato. Insomma, negoziare, negoziare, negoziare". Recita così una nota di Confcommercio sul tema dazi.
Dazi, le parole del presidente regionale Michele de Pascale"La lettera in cui il presidente Trump, con toni provocatori e una buona dose di affermazioni non vere, annuncia per l'ennesima volta dazi pesantissimi sull'export europeo, colpendo principalmente l'Italia e in particolare l'Emilia-Romagna, regione nel nostro Paese con il più alto export pro capite verso gli Stati Uniti, superando i 10 miliardi di euro". Così il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale. "Ovviamente è urgente una risposta coesa ed efficace a livello europeo e nazionale – prosegue il governatore –, ma è evidente che finora le reazioni di von der Leyen e Meloni siano state totalmente insufficienti".
"Se c'è una strategia della Commissione europea – continua ancora de Pascale –, nessuno finora l'ha capita e sinceramente anche il nostro Governo sembra più interessato a non incrinare i rapporti politici con Trump, sacrificando gli interessi commerciali delle nostre imprese. Durante la recente missione a New York anche il ministro Lollobrigida, come noi, ha potuto nuovamente ascoltare la preoccupazione degli espositori italiani e ha usato parole molto più preoccupate del solito. È il momento in tutta Europa di abbandonare la tattica politica e mettere in campo una reazione concreta".
İl Resto Del Carlino